DELFINO: Il linguaggio dei Delfini (parte 1)
- Eleonora
- 8 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 nov 2020
I DELFINI COME COMUNICANO TRA DI LORO? Ormai è ben noto che i delfini (e i cetacei in generale), al pari degli animali più evoluti, possiedono un loro linguaggio strutturato.
Lo studio del linguaggio dei delfini è iniziato all’incirca negli anni Sessanta. Trattandosi di animali sociali, non solitari, hanno un complesso sistema per comunicare fra loro, fatto di suoni e ultrasuoni che oltretutto sembrano avere un particolare effetto benefico sulle persone. Hanno scoperto che i delfini si esprimono con un linguaggio articolato, ma con una estensione vocale di gran lunga superiore alla nostra:
va molto più su in altezza e molto più giù in profondità. Ed è molto più vario.
Parlano regolarmente (pare li abbiano registrati), ma non si riesce a capire quel che dicono. Gli hanno fatto ascoltare la parola umana e loro la imitano per prenderci in giro!
Per comunicare utilizzano un metodo audace e sensibile chiamato "ecolocalizzatore". Questa tecnica si usa quando si nuota per grandi distanze per molto tempo, ed aiuta a segnalare prede, cacciatori od ostacoli lungo il cammino.
COME FUNZIONA L'ECOLOCALIZZATORE? Consiste nell'emissione da parte del delfino di una gamma di impulsi sonori che aiutano gli altri esemplari ad analizzare l'ambiente circostante. Il suono viene captato dai denti inferiori attraverso la percezione di vibrazioni.

Di fronte allo sfiatatoio dei delfini, nell'area che chiamiamo la nostra fronte, c'è il loro melone. Il melone è costituito da tessuto adiposo e fluido e funge da lente attraverso la quale il suono viene focalizzato durante l'ecolocalizzazione. L'ecolocalizzazione è vedere con il suono, proprio come il sonar di un sottomarino. Possono ecolocalizzarsi solo nell'acqua e non nell'aria.
Le onde sonore vengono create nelle sacche nasali e focalizzate attraverso il melone a varie frequenze, consentendo al delfino di "vedere" con il suono.

IL SUONO DELL'ECOLOCALIZZATORE
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